Extended Education

How Virtual World Can Reshape Our Mind

Convegno Internazionale

Torino, 22 e 23 febbraio 2024

Chi siamo

Siamo un gruppo di ricerca che lavora all'interno del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell'Educazione con un interesse comune: le tecnologie e il loro rapporto con le persone. Come gruppo di ricerca affrontiamo tematiche che possono avere una ricaduta non solo sul piano teorico, ma anche pratico, indagando l'effetto che certi tipi di tecnologie, come la realtà immersiva e virtuale, potrebbero avere se impiegate anche nei contesti didattici.  Se vuoi saperne di più di noi leggi i nostri profili all'interno della pagina sul comitato scientifico.

Uno smartphone da cui spunta un castello virtuale in 3 dimensioni

Da almeno un ventennio, diverse discipline stanno contribuendo all’idea che il videogioco in particolare e i mondi virtuali in generale possano non solo insegnare “qualcosa”, cioè essere strumenti formativi ed educativi rispetto a una pluralità di specifici contenuti, ma anche e innanzitutto innescare processi di esplicitazione o riconsiderazione degli stessi meccanismi educativi e di alfabetizzazione. 

Al contempo, una delle acquisizioni più solide del ‘900 filosofico, comunque già anticipata da alcune correnti-chiave del ‘800, è stata la comprensione del carattere intrinsecamente esteso della mente, ossia l’idea che le conoscenze e le stesse facoltà cognitive prendano forma attraverso un rapporto dialettico con “protesi mentali” di varia natura: quelle classiche come la scrittura alfabetica e le immagini cinematografiche, certo, ma appunto anche quelle correnti come i vari dispositivi simulativi.

Parallelamente, la psicologia cognitiva prima e le neuroscienze poi hanno particolarmente insistito su come il cervello, lungi dall’essere già “pre-cablato”, risulti materialmente scolpito e riscolpito dalle interazioni con l’ambiente e più in generale dalle esperienze del soggetto – nel bene e nel male.

Insomma, tutto sembra far convergere verso la convinzione che qualcosa come una extended education possa risultare persino un’ovvietà, teorica come pratica. Eppure, nelle consuetudini formative – accademiche come scolastiche – l’effettivo utilizzo di metodologie e approcci a impronta videoludico-virtuale sembra ancora per lo più limitato a contesti sperimentali o a progetti isolati. Ciò succede anche in ragione del fatto che in una cultura ancora largamente informata dalle pratiche di lettura e scrittura “a stampa” permane diffusa la convinzione che le realtà virtuali siano – nel migliore dei casi – un passatempo poco serio e – nel peggiore dei casi – uno strumento di derealizzazione dell’esperienza quando non di istupidimento. Proprio in ragione di questa tensione tuttora aperta, il convegno intende indagare le possibilità formative e trasformative dei mondi virtuali intesi in senso esteso (AR, VR, videogiochi, metaverso, …, fino a comprendere i fictional games in generale) rispetto alla “mente”, giocando sulla sua duplice declinazione: da un lato “cervello” – su cui verranno chiamati a intervenire neuroscienziati e psicologi – e dall’altro lato “spirito” – su cui verranno chiamati a intervenire filosofi e studiosi dei media.

In parallelo alle sessioni di studio e confronto teorico, verranno previste sessioni laboratoriali ed esperienziali (EE-Lab) mirate alla formazione del personale docente, in modo tale da non solo “parlare di” educazione estesa, ma anche di “agirla”.